#veneto x lombardia
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notiziariofinanziario · 6 months ago
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Esplode il turismo ad Amalfi
Amalfi è il borgo che piace di più, smuove foto, commenti e sentimenti. Poi ci sono Positano e Peccioli. I borghi italiani hanno sempre più follower, nel senso che negli ultimi anni sono diventati protagonisti sui social network, pianeta digitale che in questo caso è specchio di un interesse crescente di turisti.  La ricerca di SocialData in collaborazione con l’associazione Civita ha rilevato quasi 59 mila menzioni e un totale di 10,3 milioni di interazioni, mostrando un quadro chiaro e articolato dell'interesse online verso i borghi italiani. Con Instagram piattaforma principale, grazie a foto e immagini, per il coinvolgimento rispetto al patrimonio culturale e paesaggistico tutto da mostrare e ricondividere. La ricerca, condotta tra il 18 luglio 2023 e il 18 luglio 2024, ha analizzato le menzioni, le interazioni e il sentiment relativo al tema dei borghi italiani sui social media e altre piattaforme online, tra queste più di 350mila community Facebook, più di 151.000 blog e testate giornalistiche, più di 8500 canali youtube e più di 21.000 profili business instagram.  La classifica dei borghi più citati Per quanto riguarda i borghi più citati, Amalfi (Campania) guida la classifica con 20mila menzioni e 700mila interazioni, seguita da Positano (Campania) con 18 mila menzioni e 650mila interazioni. Peccioli (Toscana), Bellagio (Lombardia), Tropea (Calabria), Maratea (Basilicata), Ronciglione (Lazio) e Soave (Veneto) completano la lista dei borghi più citati d’Italia. Il sentiment generale rilevato, sia sul tema generico dei borghi che sui singoli luoghi, è stato prevalentemente positivo (72%), con un numero molto limitato di percezioni negative. Significa che c’è un'alta approvazione e un forte interesse del pubblico verso questi luoghi come tappe turistiche e culturali. Il primato dei social Dalla ricerca è emerso, inoltre, il ruolo fondamentale giocato dalle piattaforme social. Instagram, in particolare, si conferma come la piattaforma principale per il coinvolgimento, rappresentando una percentuale significativa delle menzioni per tutti i borghi analizzati: le immagini e i contenuti visivi hanno un impatto enorme sull'interesse del pubblico, generando interazioni. Seguono Facebook e X-Twitter. "Non solo frivolezze, turismo sostenibile e cultura attirano” “Il nostro è un Paese speciale ricco di storia, cultura, arte e natura. Visitatori da tutto il mondo vengono costantemente a visitare non solo le grandi città ma anche i numerosi borghi presenti in tutte le regioni italiane che rappresentano anche un valore aggiunto per il nostro turismo. Questo patrimonio va tutelato e, grazie alla tecnologia ed ai social network, abbiamo l’opportunità di farlo conoscere in tutto il mondo attirando turisti, tra i principali driver per la crescita economica, sociale e culturale dell’Italia”, spiega Simonetta Giordani, segretaria generale dell'Associazione Civita. Secondo Gianluca De Marchi, partner di SocialData, “questa ricerca dimostra come le discussioni sui social siano trasversali. Non è detto che si parli solo di argomenti frivoli. E infatti arte, turismo sostenibile e cultura riescono a catturare l'attenzione degli utenti”. Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 8 months ago
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Come si vota alle europee 2024
Come si vota alle europee 2024? A pochi giorni dall'appuntamento elettorale facciamo il punto della situazione. Quando si vota Il Consiglio dell'Unione europea ha stabilito che le elezioni si dovranno svolgere nei 27 Paesi membri tra il 6 e il 9 giugno. Ogni Paese può stabilire, all'interno di questo range, due giorni da dedicare alle votazioni secondo le proprie abitudini. In Italia si voterà sabato 8 giugno dalle 15 alle 23 e domenica 9 giugno dalle 7 alle 23. Sono ammessi al voto tutti i cittadini europei che abbiano compiuto 18 anni entro il giorno delle elezioni. I cittadini che risiedono nel proprio Paese votano presso i seggi elettorali indicati sulle loro schede elettorali. I cittadini che invece risiedono in un Paese comunitario diverso dal proprio voteranno nel Paese di residenza. Per quanto riguarda l'Italia, i cittadini italiani residenti in altri Paesi comunitari devono risultare iscritti d’ufficio nell’Aire del Comune di origine o di residenza. I cittadini comunitari residenti in Italia devono essere presenti nelle liste elettorali aggiunte. Il loro nome deve essere stato registrato nelle liste entro 90 giorni prima delle elezioni. Per tutti è necessario esibire agli addetti del seggio elettorale un documento di riconoscimento in corso di validità e la tessera elettorale. Le categorie particolari Una procedura di votazione alternativa è prevista per le categorie di elettori cosiddette particolari. Vediamo quali sono: - Elettori infermi confinati in casa. Questi elettori possono votare da casa facendo richiesta al Sindaco e allegando alla richiesta la certificazione sanitaria rilasciata dall'Asl. - Elettori ricoverati in ospedale. Possono votare presso la struttura ospedaliera in cui sono ricoverati dopo aver fatto richiesta al Sindaco e ottenuto l'autorizzazione. - Elettori residenti nelle case di riposo. Possono votare nella struttura che li ospita se autorizzati dal Sindaco dopo avergli presentato la richiesta. - Elettori detenuti negli istituti penitenziari: possono fare richiesta al Sindaco e, una volta autorizzati, possono votare presso l'istituto di pena. - Gli elettori fisicamente impediti possono avvalersi dell'assistenza di un familiare elettore o da un accompagnatore presentando relativa documentazione sanitaria rilasciata dall'Asl. - Gli elettori ciechi hanno diritto al voto assistito. Basta esibire il libretto nominativo rilasciato dall'Inps. - Gli agenti delle forze dell'ordine possono votare presso il Comune di residenza o nel Comune nel quale si trovano in servizio. - Gli studenti fuori sede possono votare nel Comune di residenza o in quello in cui studiano. Nel secondo caso devono aver fatto richiesta entro il 5 maggio. Come si vota alle europee Ogni Paese membro dell'Unione può decidere se considerare il proprio territorio circoscrizione elettorale unica o suddividerlo in più circoscrizioni. L'Italia è stata suddivisa in 5 circoscrizioni sovra-regionali: - Italia Nord-occidentale (Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria e Lombardia) - Italia Nord-orientale (Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) - Italia centrale (Lazio, Umbria, Marche e Toscana) - Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria) - Isole (Sardegna e Sicilia) Il sistema elettorale per le europee previsto è il proporzionale. I seggi sono assegnati, cioè, in proporzione ai voti ricevuti. Lo scorso anno, infatti, il Parlamento europeo ha votato a favore di un aumento del numero degli eurodeputati. Da 705 sono passati a 720 per rispecchiare le variazioni demografiche degli Stati membri. Una volta entrato in cabina elettorale, l'elettore si troverà una scheda con i simboli delle diverse liste candidate affiancate ognuna da tre righe. Per esprimere la propria preferenza, infatti, l'elettore potrà: - segnare una semplice X sulla lista scelta - segnare con la X la lista scelte e in più esprimere fino a tre preferenze di candidati all'interno della stessa lista - nel caso in cui si esprima più di una preferenza, i candidati scelti devono essere di genere diverso I candidati possono essere scelti indicando: - solo il cognome - con nome e cognome. Questo diventa obbligatorio nel caso in cui due o più candidati abbiano lo stesso cognome - nome, cognome, luogo e data di nascita in caso di omonimie, quindi se i candidati hanno lo stesso nome e cognome. E' bene ricordare che se si appone la X su più liste il voto è considerato nullo. Quella che ci apprestiamo a eleggere è la X legislatura e la prima dall'uscita della Gran Bretagna. In copertina foto di Greg Montani da Pixabay Read the full article
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personal-reporter · 2 years ago
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Il Giro d’Italia 2023 passa da Arona
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Sabato 20 maggio 2023 Arona, sul Lago Maggiore, verrà interessata dal passaggio della 106^ edizione del Giro d’Italia e della 5^ edizione del Giro E-bike. La tappa del Giro prenderà il via da Sierre, in Svizzera, si snoderà tra Sempione e Lago Maggiore per poi giungere in Lombardia, dove il traguardo è fissato a Cassano Magnago.  I corridori giungeranno al traguardo il Passo del Sempione, dopodiché proseguiranno per l’intera Val Divedro, attraversando i paesi di Trasquera e Varzo, inoltre toccheranno Crevoladossola, Domodossola e Villadossola. La tappa proseguirà sfiorando i due laghi del territorio, Mergozzo e Maggiore, valicando Mergozzo, Feriolo, Baveno, Stresa, Belgirate, Lesa in viale Vittorio Veneto e via Sempione, Meina ed Arona tra via Sempione, viale Berrini, corso della Liberazione, via Matteotti, corso della Repubblica, largo Duca d’Aosta, viale Baracca e rotatoria di via Milano, Dormelletto con le serie di rotatorie e corso Cavour, Castelletto Ticino con una serie di rotatorie, via Sempione e ponte sul Ticino,  per poi concludersi in Lombardia. Le vie ad Arona per il passaggio dei corridori saranno interdette al traffico dalle 12.45 alle 17, ma si segnalano possibili difficoltà di circolazione anche nelle altre vie della Città, mentre il personale incaricato al presidio delle transenne fornirà le necessarie informazioni in merito ai percorsi alternativi. Il nome di Arona, secondo qualche studioso, rappresenta un accrescitivo di “ara”, proveniente da Area, anche se non è da escludere l’ipotesi secondo cui sarebbe connesso a una voce preromana. Reperti archeologici dell’età palafitticola rinvenuti a Mercurago, nella zona dei Lagoni, testimoniano che l’insediamento umano  ad Arona è di origine antichissima, mentre al periodo romano sono state attribuite cinque lapidi con iscrizioni. Nel Medioevo, nel periodo della dominazione dei Franchi, fece parte del comitato di Stazzona e nel secolo XI fu assoggettata all’arcivescovo di Milano. Alla fine del XII secolo, l’abate del locale monastero di San Salvatore affermò, per un breve periodo, la propria signoria sul borgo. La distruzione di Milano da parte di Federico Barbarossa, avvenuta nell’anno 1162, provocò l’esilio di numerosi milanesi che ad Arona trovarono rifugio, erigendo un castello a difesa del borgo. Nel 1265 la famiglia Visconti estese i suoi domini sul territorio, che dal 1439 passò a Vitaliano Borromeo, i cui discendenti lo tennero sino al 1797. Arona nel 1817 venne aggregata alla diocesi novarese staccandosi da quella lombarda nel 1838 ottenne il titolo di città. Da vedere sono la collegiata di Santa Maria Nascente, consacrata nel 1488,  la chiesa dei Santi Martiri Graziano, Felino, Carpoforo e Fedele, le cui origini risalgono al X secolo,  la chiesa di Santa Maria della Piazza o della Madonna di Loreto, eretta per volontà della famiglia Borromeo,  il Palazzo di Giustizia, eretto dai Visconti,  la cappella Beolco, in stile barocco, al cui interno c’è un  bell’altare rustico; il Sacro Monte, realizzato in onore di Carlo Borromeo, dominato da una statua di notevoli dimensioni, detta Sancarlone. Read the full article
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perilleonedisanmarco · 6 years ago
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@blogitalianissimo @asklecce Settimana delle Regioni | Favourite Ship | Day 3, 27 marzo
☆ Veneto x Lombardia 
“You don’t love someone because they’re perfect, you love them in spite of the fact that they’re not.” (J. Picoult, “My Sister’s Keeper)
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fashionbooksmilano · 2 years ago
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L’Ottocento Elegante
Arte in Italia nel segno di Fortuny 1860-1890
a cura di Francesca Cagianelli, Dario Matteoni
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2011, 232 pagine, 180 ill. a colori,  23 x 28 cm, ISBN  9788836619481
euro 35,00
email if you want to buy :[email protected]
Dal 1860 l’ondata di rinnovamento dell’arte italiana vede da una parte le lotte della falange macchiaiola, dall’altra l’avvento trionfale della cosiddetta “arte alla moda”, che assimilando le tendenze francesi dilaganti nell’ambito dei Salon parigini traeva nuovi incentivi dall’astro spagnolo Mariano Fortuny y Marsal (1838-1874), destinato a lasciare in Italia un’eredità indelebile anche dopo la sua precoce scomparsa.
Piemonte, Veneto e Lombardia da un lato, Roma e Napoli dall’altro, senza contare la Toscana, gareggiavano quindi nelle esposizioni ufficiali dell’epoca grazie a una produzione artistica improntata a un’iconografia elegante e a un imperante sfarzo cromatico. L’ostracismo critico sopraggiunto istantaneamente contro tale produzione doveva decretarne di lì a poco una pressoché totale rimozione, mentre di pari passo procedeva l’affermazione dell’arte alla moda sul palcoscenico del mercato internazionale.
Con il volume s’intende far tornare finalmente in auge i protagonisti di questa importante stagione storica che, considerati finora esclusivamente come “seguaci di Fortuny”, vengono nuovamente legittimati in virtù di quell’intuizione artistica fatta di squillanti sinfonie di colore e seducenti grazie femminili che doveva preludere alla modernità.
Il volume è completato da una bibliografia.
Mostra Rovigo, Palazzo Roverella gennaio - giugno 2011
23/01/23
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blogitalianissimo · 5 years ago
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Per informazioni e chiarimenti sul covid-19 questi sono i numeri verdi regionali disponibili:
Calabria: 800 76 76 76
Campania: 800 90 96 99
Emilia-Romagna: 800 033 033
Friuli Venezia Giulia: 800 500 300
Lazio: 800 11 88 00
Lombardia: 800 89 45 45
Marche: 800 93 66 77
Piemonte: 800 333 444
Provincia autonoma di Trento: 800 86 73 88
Sicilia: 800 45 87 87
Toscana: 800 55 60 60
Trentino Alto Adige: 800 751 751
Umbria: 800 63 63 63
Val d’Aosta: 800 122 121
Veneto: 800 46 23 40
Piacenza: 0523 317979, attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 13
Inoltre è attivo anche il numero di pubblica utilità 1500 del Ministero della Salute.
Se invece mostrate sintomi (raffreddore, febbre, tosse ecc) e siete stati a contatto con persone provenienti dalle zone a rischio (o ci abitate) non recatevi al pronto soccorso o dai medici di famiglia, ma contattate il 112 o il 118.
Fonte X
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seideegiapulp · 6 years ago
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OTTOLENGHI Oseresti sostenermi che, se mi si prende con la forza contro ogni mia volontà, con le armi alla mano, e mi s’impone di giurare, io mi disonoro, se giuro con il proposito di non osservare il giuramento? AVELLINI E chi ti prende con la forza? Nessuno può forzare la tua coscienza. COMANDANTE DELLA 12 a Se ne hai una. OTTOLENGHI Nessuno? In tempo di guerra, se io, chiamato sotto le armi, mi rifiuto di prestare il giuramento, io vengo deferito ai tribunali militari e mi si passerà per le armi alla prima occasione. Il mio giuramento è una menzogna necessaria, un atto di legittima difesa. Ciò posto, poiché non c’è scampo, io preferisco essere ufficiale e non soldato. AVELLINI E perché mai? OTTOLENGHI Si presenterà certamente una occasione favorevole, per quell’occasione io voglio avere in mano una forza con cui agire. UN SOTTOTENENTE Bevi un bicchiere e va’a letto. OTTOLENGHI Io non sarò allora un fucile e una baionetta, ma cento fucili e cento baionette. E, alla tua salute, anche un paio di mitragliatrici. COMANDANTE DELLA 11 a Contro chi vuoi impiegare quelle armi? OTTOLENGHI Contro tutti i comandi. COMANDANTE DELLA 11 a E dopo? Aspireresti tu ad essere il comandante supremo? OTTOLENGHI Io aspiro solo a comandare il fuoco. Il giorno X, alzo abbattuto, fuoco a volontà! E vorrei incominciare dal comandante di divisione, chiunque esso sia, poiché son tutti, regolarmente, uno peggiore dell’altro. COMANDANTE DELLA 11 a E dopo? OTTOLENGHI Sempre avanti, seguendo la scala gerarchica. Avanti sempre, con ordine e disciplina. Cioè, avanti per modo di dire, poiché i veri nostri nemici non sono oltre le nostre trincee. Prima quindi, dietro front, poi avanti, avanti sempre. UN SOTTOTENENTE Cioè, indietro. OTTOLENGHI Naturalmente. Avanti sempre, avanti, fino a Roma. Là è il gran quartiere generale nemico. COMANDANTE DELLA 11 a E dopo? OTTOLENGHI Ti pare poco? UN SOTTOTENENTE Sarà un bel pellegrinaggio. OTTOLENGHI Dopo? Il governo andrà al popolo. COMANDANTE DELLA 10 a Se tu farai marciare l’esercito su Roma, credi tu che l’esercito tedesco e quello austriaco resteranno fermi in trincea? O credi che, per far piacere al nostro governo del popolo, i tedeschi rientreranno a Berlino e gli austro-ungarici a Vienna e a Budapest? OTTOLENGHI A me non interessa conoscere quello che faranno gli altri. A me basta sapere ciò che io voglio. COMANDANTE DELLA 10 a Cotesto è molto comodo, ma non chiarisce il problema. Che significherebbe, in sostanza, la tua marcia all’indietro? La vittoria nemica, evidentemente. E tu puoi sperare che la vittoria militare nemica non si affermerebbe, sui vinti, anche come una vittoria politica? Nelle nostre guerre d’indipendenza, tutte le volte che i nemici hanno vinto, non ci hanno essi portato, sulle loro baionette, i Borboni a Napoli e il Papa a Roma? Quando gli austriaci ci hanno battuto, a Milano e in Lombardia e nel Veneto, è il governo del popolo che essi hanno messo o lasciato al potere? Con i nostri nemici vittoriosi, in Italia son ritornate le dominazioni straniere e la reazione. Tu non vuoi certo tutto questo? OTTOLENGHI Certo, io non voglio tutto questo. Ma non voglio neppure questa guerra che non è altro che una miserabile strage. COMANDANTE DELLA 10 a E la tua rivoluzione non è anch’essa una strage? Non è anch’essa una guerra, la guerra civile? COMANDANTE DELLA 11 a Sinceramente, non vorrei né l’una né l’altra. COMANDANTE DELLA 10 a Ma Ottolenghi no. Egli depreca l’una ed esalta l’altra. Ora, non sono tutt’uno? OTTOLENGHI No, non sono tutt’uno. Nella rivoluzione, io vedo il progresso del popolo e di tutti gli oppressi. Nella guerra, non v’è niente altro che strage inutile. COMANDANTE DELLA 10 a Inutile? Qui siamo in parecchi ad essere stati all’Università. Alla mia Università, noi bruciavamo i discorsi di Guglielmo II che invocava, in ogni occasione, il Dio della Guerra e che sembrava non volesse pascere i suoi sudditi che di baionette e cannoni. Inutile strage? Se non ci fossimo opposti agli imperi centrali, oggi, in Italia e in Europa, marceremmo tutti a passo d’oca e a suon di tamburi. OTTOLENGHI Gli uni valgono gli altri. COMANDANTE DELLA 12 a E la democrazia? E la libertà? Che sarebbe il tuo popolo senza di esse? OTTOLENGHI Bella democrazia! Bella libertà! COMANDANTE DELLA 10 a Eppure è per esse che molti di noi sono stati per l’intervento, hanno preso le armi, affrontano tutti i sacrifici e si fanno uccidere. OTTOLENGHI La strage non compensa il sacrificio. COMANDANTE DELLA 12 a E gli interessi dell’Italia? OTTOLENGHI E noi, che siamo? Non siamo l’Italia? COMANDANTE DELLA 10 a Le ragioni ideali che ci hanno spinto alla guerra son venute forse a mancare perché la guerra è una strage? Se noi siamo convinti che dobbiamo batterci, i nostri sacrifizi sono compensati. Certo, noi siamo tutti stanchi e i soldati ce lo hanno proclamato ad alta voce oggi. Ciò è umano. A un certo punto, ci si scoraggia, si pensa solo a noi stessi. L’istinto di conservazione ha il sopravvento. E la maggior parte vorrebbe veder finita la guerra, finita in qualsiasi modo, perché la sua fine significa la sicurezza della nostra vita fisica. Ma, è ciò sufficiente a giustificare il nostro desiderio? Se cosí fosse, un pugno di briganti non ci avrebbe perennemente in suo arbitrio, impunemente, solo perché noi abbiamo paura della strage? Che ne sarebbe della civiltà del mondo, se l’ingiusta violenza si potesse sempre imporre senza resistenza? OTTOLENGHI Ammettiamolo pure. COMANDANTE DELLA 10 a È che tu devi ammettere che bisogna difendere la moralità delle proprie idee, anche a rischio della vita. Quello della stanchezza e degli orrori non è un argomento valido a condannare la guerra. I soldati, stasera, si sono ammutinati. Hanno ragione o hanno torto? Forse hanno torto, forse hanno ragione. L’uno e l’altro assieme, forse. La massa non vede che il bene immediato. Ma che avverrebbe se la loro condotta dovesse essere presa, nell’esercito, come una norma di condotta generale? OTTOLENGHI La loro rivolta è legittima, perché la guerra è quella insopportabile strage che noi vediamo, a causa dell’incapacità dei nostri capi. COMANDANTE DELLA 11 a Questo è vero. COMANDANTE DELLA 12 a Qui, Ottolenghi, ha ragione. UN GRUPPO DI SOTTOTENENTI È la verità. AVELLINI Neppure io posso negarlo. OTTOLENGHI Lo vedete? Anche voi siete costretti a darmi ragione. COMANDANTE DELLA 10 a Noi siamo entrati in guerra con i capi politici e militari impreparati. Ma questo non è un argomento per indurci a gettare le armi. OTTOLENGHI I nostri generali sembra che ci siano stati mandati dal nemico, per distruggerci. UN GRUPPO DI SOTTOTENENTI È vero. COMANDANTE DELLA 11 a È purtroppo così. OTTOLENGHI E attorno a loro, una banda di speculatori, protetti da Roma, fa i suoi affari sulla nostra vita. Lo avete visto l’altro giorno con le scarpe distribuite al battaglione. Che belle scarpe! Sulle suole, con bei caratteri tricolori, c’era scritto «Viva l’Italia». Dopo un giorno di fango, abbiamo scoperto che le suole erano di cartone verniciato color cuoio. UN GRUPPO DI SOTTOTENENTI Questo è vero. COMANDANTE DELLA 12 a Disgraziatamente è cosí. OTTOLENGHI Le scarpe non sono che un’inezia. Ma il terribile è che hanno verniciato la stessa nostra vita, vi hanno stampigliato sopra il nome della patria e ci conducono al massacro come delle pecore.
Emilio Lussu, Un anno sull'Altipiano (1938)
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ecommercevolution · 2 years ago
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don-vito-sottocultura · 3 years ago
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Pantaloncini Lazio calcio Puma anni 80... Si lamentano perché finito caldo Lucifero e iniziato maltempo e morti in Liguria Lombardia Piemonte Veneto Friuli PER FORZA devo incassare miei soldi x pagare bagno nuovo che ho rifatto tre mesi fa ma LA Posta via issiglio è lenta e fa problemi e codice fiscale rifatto anni scorso devi rifarlo e prenota oggi ma la app agenzia entrate é un pacco nonché dovrei ritirarlo 26 agosto allora io ritardo ad aver soldi ritardo ferie ritardo fare disco nuovo ma dopo che ho finito COLOURED intorno a metà settembre VI SCASSO TUTTI VE LA FACCIO PAGARE IN SANGUE farò del Mondo intero come Bergamo e Brescia ecco che sia chiaro avete disturbato il sonno al cane sbagliato e voi siete niente mentre IO E QUELLO SUL TRONO siamo tutto.... Basta... Mi avit rutt u CAXX tutt Quant E se non capisci barese è perché brucerài in eterno tranquilli diciamo noi É SOLO TRE GIORNI APPRIM D MURI.. Vogliono fare i #vip col #greenpass ma vip siamo io e Dio e gli altri sono sputo misto fango e nulla più... Carne morta siete.....e null'altro... (presso Don Vito's Cats Bar Home) https://www.instagram.com/p/CSomSaKDXO-/?utm_medium=tumblr
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perilleonedisanmarco · 5 years ago
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/ PREMESSA: Io non sono solita lasciare commenti scritti sotto le foto altrui - un po' perché mi pare che per la netiquette di Tumblr siano un "no", un po' perché straparlo nei tag - ma questo disegno è talmente bello che DEVO scrivere qualcosa sotto.
Io non ho parole per ringraziare di questo piccolo gioiellino, (solo cuoricini che volano attorno alla mia testa), che arriva a fagiolo a darmi una gioia in un giorno del tutto idiota /ergo, avevo bisogno di un po' di sole 💛. È assolutamente e del tutto adorabile ed io, che ho un debole enorme per il fluff, non posso che continuare a ripeterlo: sono adorabili loro, è adorabile la loro posa, lo sfondo, l'atmosfera, è adorabile TUTTO.
Ho la brutta mania di vedere dettagli anche dove non ci sono, quindi magari vedo cose che non esistono, ma c'è più di un particolare che mi scalda il cuore qui. Il primo sono assolutamente le loro espressioni: Giulia che con la coda dell'occhio controlla i fiori, con aria agitata e un po' imbarazzata /è un accenno di rossore quello che si nota sulle guance?/ è dolcissima, mentre Bianca che sorride così serena dovrebbe essere dichiarata illegale, troppo preziosa ❤️💚
Il secondo particolare son proprio i regali. Lo so, è una cosa che sembrerà da niente (e giustamente, visto che fanno parte dell'ask), ma se avessi dovuto scegliere chi tra le due era colei che preferiva regalare x dono all'altra... beh, la scelta sarebbe stata identica! Giulia è decisamente tipa da rose rosse come regalo, non solo perché di base come Marco ha un animo romantico e da corteggiatrice, ma anche perché la regione stessa ha più di un motivo per essere legata alla rosa rossa 🌹Il leoncino alato che nasconde Bianca è talmente carino, invece, che vorrei saper cucire pupazzi per poterlo avere io!
Il terzo particolare non c'entra nulla, ma adoro il vestito di Giulia 💞 e lei in generale in questo disegno, sono troppo felice di vederla un po' più "vulnerabile", poter ammirare sia lei che Bianca in versione più "sciolta" è qualcosa di preziosissimo!
Nulla, ho finito questo mini papiro, mi scuso per il commento assolutamente non necessario sotto la foto, ma quando una delle otp /se non LA otp del momento/ si materializza in un gioiellino del genere, mi viene difficile tenere il becco chiuso. Ho davvero terminato, cuori oro, rossi e verdi per tutto e per tutto 💛❤️💚💛❤️💚💛❤️💚
Posso provare a chiedere un 🐻 o un 🌹 con Bianca e Giulia? Spero non sia un problema, ho visto che si possono chiedere anche le fem (in caso vanno benissimo anche la controparte "canon" 💞)
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(💖💚)
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perilleonedisanmarco · 6 years ago
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Veneto [walks in horrified]
Friuli: What's wrong?
Veneto: Alessandro said he likes me and I tried to say I like him too.
Romagna: How is that a problem?
Veneto: You both don't understand, he said he had a crush on me and I ended up saying "me too".
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janiedean · 7 years ago
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Per onestà intellettuale ti dico che la politica a livello regionale è diversa. Una ragazza veneta mi raccontò che la Lega in Veneto governa bene e ha migliorato di molto sanità e trasporti. Né il Veneto né la Lombardia sono a statuto speciale e la ragazza non vota Lega comunque, ma la sua opinione è rispettabile quindi le credo. Inb4 questo non è un incentivo a votare Lega eh, anche perché non credo proprio sarebbero capaci di risolvere i problemi del sud e dipende dalla persona che governa.
ma può anche essere solo che a) non è che lombardia e veneto stavano bene solo da quando c’è la lega stavano bene pure prima, o la gente non emigrava a milano da anni prima che la lega esistesse, b) il nord è compreso di più di due regioni che non sono necessariamente leghiste e comunque non mi pare che liguria/friuli/piemonte [quando ancora non c’era la lega e da quello che mi dicono non ha migliorato molto]/valle d’aosta che non sono tecnicamente ne pianura padana ne lega facciano la fame x°D cioè i problemi del sud italia sono gli stessi da decenni se non peggio, e se andiamo a parlare di sicilia specialmente è un altro discorso intero. cioè dire ‘sto al sud e voto la lega perché al nord c’è la lega e si sta bene’ è una cosa che non ha senso manco per niente perché lo stare bene al nord non è intrinsecamente legato alla lega e i problemi che ci stanno al sud non sono gli stessi ecco xD
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tarditardi · 5 years ago
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Giro d'Italia in disco: VAI che si balla! In Puglia, Toscana, Veneto, Liguria (...) /// AllaDiscoWeekend dal 19 giugno 2020
In Toscana le disco sono già aperte da sabato 13 giugno, con capienza ridotta e distanziamento (un metro nel locale e due in pista). Tra i locali già riaperti il Twiga in Versilia, che spesso mette al mixer Ben Dj. Anche in Campania disco già aperte, ma senza la possibilità di ballare. Il mitico governatore (mondiale, anzi universale e non solo regionale) De Luca ha deciso così e guai a chi lo contraddice.
In Puglia disco aperte (con capienza ridotta e distanziamento sociale di un metro tra i non conviventi, in pista e non solo) da lunedì 15 giugno... Attenzione, NON solo quelle all'aperto, come scrive chi manco perde due secondi a leggere le ordinanze...  All'aperto si balla ad una distanza di un metro l'uno dall'altro, al chiuso a due metri) ma anche se fosse (e non è), non sarebbe mica un problema, visto in Puglia e in Salento l'estate è già arrivata da un bel po' di tempo.
Eccoci quindi con un po' di Opening Party del solo gruppo Musicaeparole, che tra Taranto e Lecce propone un bel po' di super super festoni: 19/6 Praja Gallipoli (LE) Opening con Big Mama; 19/6 Clorophilla Castellaneta (TA) Opening con Skizzo; 20/6 Notti Magiche - Cena Spettacolo @ Soqquadro Gallipoli (LE); 20/6 Mark Lanzetta @ Praja Gallipoli (LE) Opening Weekend; 20/6 Inaugurazione @ Nafoura - Garden of Happiness - Castellaneta (TA); 21/6 Opening @ Kabana - Gallipoli (LE) - pomeriggio.
Dal 19 giugno si balla anche in Emilia Romagna, in Liguria, in Veneto e in Friuli e in Sicilia. Qui però la distanza in pista deve essere di due metri (e non solo un metro come in Puglia) e si balla solo all'aperto. In Calabria stesse regole, na si balla anche al chiuso.
Con regole di questo tipo, come è ovvio, non è mica facile riaprire, per cui tra i pochi appuntamenti già confermati c'è quello di sabato 20 giugno ai Golden Beach di Albisola (SV), con la cena musicale di Cucky ed Icio. Bello poter segnalare anche un doppio party alla Villa delle Rose a Riccione: venerdì 19 giugno ci sono Thor, Nicola Zucchi e Tanja Monjies alla voce, mentre il 20 giugno con Zucchi in console c'è Samuele Sartini e alla voce ancora Tanja. A luglio invece resta confermata l'apertura del nuovo Musica (o Musicà) by Tito Pinton & Cipriani (ex Prince).
Se in Lazio si balla dall'1 luglio, che fare nella triste Lombardia, che come il Piemonte ripartirà, probabilmente, solo il 14 luglio come da decreto nazionale? A Milano si fa tardi mangiando e muovendosi un pochino a tempo al proprio tavolo all'esclusivo Bullona (spesso con Ben Dj). Stesso programma, nel verde del Parco Forlanini, al Pelledoca dove il sound è quello di Peter K, mentre alla voce c'è Giancarlo Romano.
Lorenzo Tiezzi x AllaDiscoteca
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fondazioneterradotranto · 5 years ago
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Coronavirus: ecco perché i conti non tornano
di Nazareno Valente
  Ora che siamo stati catapultati in uno di quei racconti di fantascienza in cui l’umanità lotta per la sopravvivenza, molte sono le domande che ci poniamo su un virus che occupa già gran parte dei nostri pensieri. Così, dando un’occhiata alle tabelle statistiche che caratterizzano la situazione nei vari Paesi, viene da chiedersi come mai in Italia il Covid-19 appaia di gran lunga più letale che in altre parti del mondo.
Per darsi una risposta, bisogna necessariamente risalire al momento iniziale, quando vengono definite le modalità con le quali il fenomeno in esame si presenta.
Un numero di per sé dice poco; assume un significato se sappiamo a cosa si riferisce, e questo riferimento deve essere chiaro ed univoco per tutti quelli che partecipano alla discussione. Soprattutto in statistica bisogna accordarsi bene sui termini utilizzati e sul significato da dare loro, in particolare quando si ha a che fare con le cosiddette variabili qualitative, tipo, ad esempio, il colore dei capelli. Se leggiamo che in un certo universo ci sono 100 bionde, 870 brune e 17 rosse, ci si potrebbe chiedere dove siano stati enumerato coloro che hanno i capelli castani. Se chi ha compilato la statistica non l’ha indicato, ciascuno potrà stressare i numeri a proprio uso e consumo. Qualcuno potrà dire che le bionde sembrano poche, perché le castane sono conteggiate nelle brune; altri, le brune sono sottostimate, perché le castane sono finite tra le bionde. E così via. Morale della favola, ognuno potrà tirare acqua al proprio mulino, e tutti potranno dire d’avere ragione. In definitiva, per venirne fuori, dobbiamo prima sapere con precisione cosa effettivamente s’intende per coloro biondo, bruno e rosso.
Tornando al caso specifico, alla domanda: come mai nel nostro Paese il Covid-19 ha un tasso di letalità di gran lunga superiore a quello riscontrato nelle altri parti del mondo? prima di rispondere, bisognerebbe chiedersi se tutti i Paesi hanno usato la stessa definizione di “contagiato”; e, se così non è stato, quali definizioni ciascuno ha adottato.
Alla prima domanda, direi proprio di no. Non a caso le tabelle non sono accompagnate da una legenda e questa circostanza chiarisce che un simile accordo preliminare non ci sia stato. Alla seconda, risponderei che lo sa il Cielo. Ed è già tanto aver scovato quale sia quella adottata dalle nostre autorità, perché in merito c’è un qual certo consapevole riserbo.
Comunque sia, da noi s’intende per “contagiato” da Coronavirus chi risulta positivo al test del tampone ed alla successiva valutazione dell’ Istituto Superiore della Sanità (ISS). Quindi vengono conteggiati i soli casi di positività da tampone, validati dall’ISS. In pratica solo chi ha il bollino dell’ISS è un “vero” contagiato; tutti gli altri, ai quali non è stato fatto il test, sono “sani”, come se non avessero mai contratto il virus, anche nel caso la malattia fosse stata diagnosticata in base ai sintomi.
Da questo assunto, deriva inoltre che solo chi ha bollino di contagiato da Covid-19 può morire per tale causa. Sicché, chi è escluso dai contagiati – perché non gli è stato fatto il test ­– non può conseguentemente far parte dell’aggregato dei deceduti da Coronavirus, e non farà parte delle statistiche relative.
Appare del tutto evidente che la via seguita dalle nostre autorità comporta una sottostima sostanziale del fenomeno, perché esclude qualsiasi caso non certificato dal tampone. In pratica è sufficiente, ad esempio, anche un banale ritardo nel fare un test perché diminuiscano i contagiati ed i decessi per Covid-19.
Questo modo di procedere può creare ulteriori problemi statistici, se rivisto in una diversa ottica.
Per semplificare, ipotizziamo che la persona X sia risultata positiva al tampone. A questo punto si ricostruiscono i possibili movimenti di X per verificare lo stato delle persone che sono venute in contatto con lui. Ad operazione conclusa, con questo gruppo di persone si potrebbe procedere in uno dei seguenti modi:
1) tutti sono sottoposti a tampone;
2) si tamponano solo quelli che manifestano sintomi ed il resto è posto in quarantena;
3) sono sottoposti a tampone sono quelli che manifestano sintomi evidenti; chi ha sintomi lievi o nessun sintomo è posto, invece, in quarantena;
4) non si fa nessun tampone, perché, quando il contagio è talmente evidente da poter essere diagnosticato a prescindere, non è strettamente necessario, e, quando i sintomi sono lievi o nulli, del tutto inutile; tutti sono pertanto messi in quarantena.
Evidente che, a seconda della procedura seguita, si avrà un numero diverso di contagiati; numero che andrà decrescendo dal punto 2) in poi, sino ad azzerarsi del tutto se la strategia seguita è quella del punto 4). In quest’ultimo caso si arriva a non ritenere contagiate persone che in effetti lo sono in maniera palese.
La questione fa sorgere anche domande non banali: come vengono curati questi contagiati non validati alla luce dei criteri dell’Istituto Superiore della Sanità? Sono lasciati in casa, insieme ai parenti che devono accudirli? oppure sono ricoverati in ospedale? Ed in quali casi si sceglie una via oppure l’altro? Nel caso di decesso, inoltre, non essendo stata accertata con il test la loro positività, le morti non sono attribuite all’infezione di Coronavirus ma a chissà a quale altra causa.
Sono quesiti che la statistica non può risolvere ma che servirebbe porre. Da un punto di vista statistico, si constata che una buona fetta di ammalati (e parte dei decessi) non viene considerata tale, e che quindi i numeri che giornalmente comunicati dalla Protezione civile tendano a sottostimare gli effetti dell’epidemia.
Potrebbe, però, ritenersi questo un ipotetico caso di scuola, e nulla più. Magari accademicamente interessante ma con nessun risvolto pratico, se non fosse che una prassi, almeno simile, pare sia stata effettivamente adottata.
Occorre a questo punto ricordare che il Ministero della Salute, con circolare del 25 febbraio scorso, ha raccomandato che “l’esecuzione dei tamponi sia riservata ai soli casi sintomatici”. Quindi c’è l’invito ministeriale a sottoporre a tampone solo chi ha manifestato sintomi, senza tuttavia esserci l’obbligo. Di conseguenza sussiste l’eventualità che qualche regione decida di non fare il tampone, neanche in presenza di sintomi.
Ed è quanto sembra di fatto avvenire o essere avvenuto. “Il Dolomiti”, nella sua versione in linea del 21 marzo, presenta un articolo, “Contagi da Coronavirus, il Trentino fa peggio di tutto il Triveneto”, a firma di Luca Andreazza, in cui si legge: “sappiamo che la Provincia di Trento non fa il tampone a chi si ammala e presenta i sintomi da coronavirus e vive con una persona che era stata già certificata positiva da tampone”. In parole povere, la malattia viene diagnosticata ma non accertata con il tampone, in quanto ritenuta evidente. Tant’è che per questa provincia esistono a quella data due quantità diverse di positivi: quelli validati (642), enumerati poi nelle statistiche tra i contagiati, e quelli complessivi (1067) che comprendono, invece, 425 casi che di fatto sfuggono ai conteggi statistici.
Come diretta conseguenza della definizione data all’aggregato, il dato dei contagiati – ed anche quello delle morti per Coronavirus – risulta qui palesemente sottostimato.
Ma non sono questi i soli motivi, non solo ipotetici, che inducono a credere che i contagiati siano molti di più di quelli validati dall’Istituto Superiore della Sanità. Concorrono infatti a crearli sempre le stesse indicazioni ministeriali sulla somministrazione del tampone che, come già riportato, si raccomanda di non usare nel caso di asintomatici.
In effetti un tale consiglio non pare avere alcuna base scientifica, visto che lo stesso Istituto Superiore della Sanità l’ha contestato a chiare lettera, e sembra piuttosto un marchingegno per non fare emergere il reale numero dei contagiati.
Nei pochi giorni in cui il tampone fu usato con maggiore libertà, si calcolò che gli asintomatici potevano essere quasi il 50% dei positivi, quindi approssimativamente in numero pari ai sintomatici.
Questa scelta, in definitiva, non solo dimezza il numero dei positivi – non ricercando gli asintomatici – ma rischia, alla lunga, di accentuare la diffusione dell’epidemia, in quanto non limita l’azione di potenziali veicoli di propagazione del virus.
Ne è prova evidente quanto si ricava confrontando i dati di due regioni – la Lombardia ed il Veneto – la cui omogeneità socio-economica e strutturale, anche riguardo alla organizzazione sanitaria, è talmente conclamata da accomunarle nell’usuale locuzione geografica di Lombardo-Veneto. Ebbene la Lombardia si è attenuta alla raccomandazione ministeriale lesinando sui tamponi; il Veneto, invece, le ha disattese somministrando, se del caso, il tampone anche a chi non presenta evidenti sintomi. Il risultato di queste diverse strategie è sotto gli occhi di tutti: pur in zone di fatto simili, la letalità del virus in Lombardia risulta del 16,17%, più di tre volte (3,41) superiore a quella del Veneto calcolata pari al 4,73%. Come dire che su 100 contagiati in Lombardia ne muoiono più di 16, mentre nel Veneto meno di 5.
Chiara indicazione questa che un uso ragionato del tampone porta a “stanare” i positivi, elevandone inizialmente il numero ma, alla lunga, frenando la diffusione dell’epidemia, ne limita gli incrementi.
Considerando questo effetto combinato si può calcolare che i contagiati in Lombardia non siano i 42.161 comunicati dalla Protezione civile ma, in realtà, proprio perché il tampone viene usato solo in presenza di sintomi, non meno di 130.000. Mentre in Italia i contagiati totali siano più vicini alle 250.000 unità e non certo agli 101.739 dichiarati.
Se poi si tiene conto che i contagiati da Coronavirus non validati dall’Istituto Superiore della Sanità hanno le stesse probabilità di non farcela di quelli certificati, si può ragionevolmente stimare che anche i decessi siano di più di quelli (11.591) di cui si racconta e probabilmente siano circa il 30% in più, quindi sulle 15.000 unità.
Concludiamo dando un’occhiata alla nostra regione.
In Puglia, il tasso di letalità del virus è attualmente pari al 5,32% mentre a livello nazionale è dell’11,39%; la somministrazione del tampone risulta alquanto diffusa (nell’86,95% dei casi riguarda negativi, contro il 62,04% della Lombardia ed il 91,17% del Veneto); i casi positivi coinvolgono lo 0,042% della popolazione, e quindi la diffusione dell’epidemia risulta molto inferiore a quella della Lombardia (0,419%) e distante anche da quella del Veneto (0,178%). Si deve però considerare che i numeri in gioco sono ancora gestibili. I problemi sorgono quando si debbono fronteggiare numeri ai quali le strutture sanitarie non sono nemmeno lontanamente calibrate e prossime al collasso. Come attualmente avviene in Lombardia, che pure è una zona tra le meglio attrezzate del nostro Paese.
La speranza è che nel prosieguo si voglia seguire la strategia del Veneto, con un uso diffuso del tampone per cercare ed isolare i casi di positività, e non quella basata sulla raccomandazione del Ministero della Sanità che ne riserva l’utilizzo ai soli casi sintomatici. Scelta questa che, temo, ha forse già fatto pagare un prezzo ben più elevato del dovuto.
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blogitalianissimo · 7 years ago
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Trentino x alto adige (abbiamo già la ship name: Melinda, grazie @aphsudtirol lol)
Altro che Campania-Lombardia o Veneto-Liguria, l’odio vero c’è in questa ship ahahaha! 
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manya3396553500 · 6 years ago
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